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Lo sport dei gesti bianchi, ma anche dei gesti dei bianchi. Il tennis è secolare, ma rivolto da sempre alla comunità americana di origine anglosassone, senza coinvolgere gli afroamericani come altri passatempi nazionali, football o basket per esempio. Una famiglia vincente racconta questo, la rivoluzione di un uomo che ha immaginato, da una villetta della piccola borghesia di un quartiere black degradato di Los Angeles come Compton, un futuro radioso per due sue figlie nel mondo del tennis professionistico. 

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Pulp Fiction by Quentin Tarantino, l'opera spartiacque degli anni '90 nonché esemplare connubio tra post-modernismo e cinema mainstream. La narrazione frammentata e a incastro, la violenza più efferata resa cool, l'umorismo nero e ammiccante, il citazionismo cinefilo elevato ad arte, l'unione di alto e basso e il gusto per la digressione:  le carte vincenti di un film che ha fatto epoca e ispirato molteplici imitazioni. Un grande classico, un cult da incorniciare ed apporre in ogni ambiente di casa. 

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Una rinfrescata a Cenerentola, un' "aggiustatina" a My Fair Lady ed ecco buna graziosissima favola moderna, tenera e spiritosa, romantica e spigliata, con una colonna sonora che ti resta dentro. Il macho strarubino Richard Gere, dismessa l'aria spocchiosa, è perfino simpatico: ma la sorpresa è la giovane Julia Roberts, semplicemente incantevole: sex-appeal da vendere, classe e un temperamento super: di chi parla la critica? Di Pretty Woman, una grande classico, un cult da incorniciare ed apporre in ogni ambiente di casa. 

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Tutti conoscono Notting Hill, anche chi non lo ha mai visto (chi non lo ha mai visto?!). D’altronde si tratta di una delle commedie romantiche più famose degli anni '90 - gli anni del Grunge e dei Nirvana, gli anni di serie tv come Friends e Sex and the city e gli anni delle ultime memorabili rom com. Anzi più famose di sempre, un classico insomma, un cult da incorniciare ed apporre in ogni ambiente di casa. 

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Il mito di Orfeo e l'intreccio della "Signora delle camelie" rivivono nella storia di Satine, bellissima stella del cabaret, del giovane poeta squattrinato e innamorato, e di Toulouse-Lautrec, pittore straordinario e uomo deforme. Unallegoria del passaggio all'età adulta in cui si rinuncia ai sogni e si prende coscienza di non poter essere arbitri assoluti del proprio destino: Moulin Rouge! racconta questa storia, un musical atipico ispirato a La Traviata in versione pop. La locandina? Un cult da incorniciare ed apporre in ogni ambiente di casa. 

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C’è un’immagine e che non ha bisogno di lunghe descrizioni: Jack e Rose, sulla prua del Titanic, che guardano l’orizzonte di fronte a loro, mentre il sole si accinge a tramontare. Un’immagine che appartiene ormai all’immaginario collettivo e che da sola racconta nel migliore dei modi quanto Titanic non sia un film come un altro. Passano le mode e gli anni ma il film di James Cameron del 1997 è stato e resta un fenomeno come pochi: la locandina è oggi un cult da incorniciare ed apporre in ogni ambiente di casa. 

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Feste meravigliose, fiumi di champagne, opulenza, sfarzo e declino: è forse l’ambientazione luccicante della New York degli anni ’20 una delle cose che rimane più impressa della pellicolare "Il Grande Gatsby" - vincitore di due premi Oscar e tratto dal romanzo di Francis Scott Fitzgerald -. La locandina è oggi un cult da incorniciare ed apporre in ogni ambiente di casa. 

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"La grande bellezza" di Paolo Sorrentino - vincitrice di un premio Oscar e un Golden Globe come miglior film straniero - è un film che vive delle stesse contraddizioni che racconta, di eccessi barocchi e intimità commoventi, momenti di un surrealismo concretissimo come di puro e cristallino godimento estetico essenziale, di una crepuscolarità costante e ininterrotta perfino dalla luce del giorno e momenti di straordinaria lucidità su sé stessi e sul mondo. Definito dalla critica una pellicolare opulenta per ragionata necessità, ma nella quale il regista trova perfino, niente affatto paradossalmente, lo spazio per calmierare la scalmatezza della sua vorticosa macchina da presa. La locandina è oggi un cult da incorniciare ed apporre in ogni ambiente di casa.

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Girato nella Roma degli anni Sessanta, "La dolce vita" di Federico Fellini conserva ancora tutto il suo fascino, definito dalla critica di tutti i tempi splendido, divertente e tragico, mosso e svariante, ricchissimo: senza principio né fine, così stratificato, immagine del caos, caotico all'apparenza e calcolatissimo al tempo stesso con un linguaggio che è tenero e aggressivo, smagliante e profondo. La locandina è oggi un cult da incorniciare ed apporre in ogni ambiente di casa.

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